Tutto scorre, disse un noto filosofo e difatti è proprio così. Le cose cambiano costantemente, i tempi passano, le novità arrivano e gli obiettivi prendono il nome di transizione ecologica.
Il cambiamento arriva ad interessare anche il mondo dell’auto che abbraccia la volontà di un futuro ad emissioni zero. Ma quali sono gli obiettivi del settore? Sono già in corso cambiamenti? Quali sono le previsioni e gli ostacoli che saranno necessari affrontare per la transizione ecologica?
La Sharing economy
Il cambiamento inizia dalle piccole cose e un primo passo di rivoluzione è stato dato dalla Sharing economy. Ma di cosa si tratta?
Questo termine fa riferimento all’economia della condivisione che ridisegna completamente le coordinate sociali e di consumo.
Si tratta di un sistema economico in cui beni e servizi sono condivisi tra individui, gratis o a pagamento. Grazie a questa economia del dono si può agevolmente noleggiare la propria auto , la propria bicicletta e perfino la propria rete wi-fi. – come riportato su e-vai.com.
Si può dire che la sharing economy, finita sotto i riflettori grazie a realtà innovative come Uber, Airbnb o BlaBlaCar, è applicabile a vari settori economici. Per questo le parole per spiegarla sono tante: gig economy, servizi on demand, peer to peer economy.
Il passaggio all’elettrico
La sharing economy è solo il primo passo verso il cambiamento. Un cambiamento eco, bio, green, elettrico. A proposito di elettrico sembra opportuno spendere una parola in più per capire cosa ci aspetta nel futuro prossimo.
A tal proposito si prevede lo stop della vendita di auto a motore endotermico, ibride incluse. Entro quando? Entro il 2035.
Questa è la sterzata più clamorosa proposta dalla Commissione europea nel pacchetto “Fit for 55“, che prevede la riduzione delle emissioni medie delle auto nuove del 55% entro il 2030 e del 100% entro il 2035 rispetto ai livelli del 2021. In base a questa proposta, le auto ibride plug-in – che hanno sia un motore a combustione che uno elettrico – saranno incluse nel gruppo dei veicoli a basse emissioni di carbonio fino al 2030, ma a partire dal 2035 tutte le nuove auto immatricolate dovranno essere a emissioni zero, quindi è esclusa qualsiasi combustione di benzina o gasolio. – secondo quanto riportato su ilgiorno.it.
Le reti del futuro
Stiamo parlando delle reti del futuro su cui Antonio Cammisecra, direttore della Divisione Globale Infrastrutture e Reti, ha cominciato a riflettere.
La riflessione ha visto la partecipazione di diverse figure che hanno proposto idee per la realizzazione di questo piano volto all’elettrico.
L’obiettivo diventa quello di Costruire un futuro a zero emissioni: trasformare la rete per accelerare la transizione energetica. Un incontro svolto il 15 giugno scorso e promosso da Enel e organizzato da The Economist.
Di cosa si è discusso?
Della necessità di aumentare gli investimenti nelle infrastrutture green per sostenere uno scenario energetico in mutamento. Poi ancora, del grande potenziale delle nuove tecnologie per il passaggio graduale a un futuro sostenibile e del nuovo volto della rete elettrica.
I problemi da affrontare
Il cambiamento non è mai semplice. Da un lato si guarda alla causa che spinge al cambiamento, in questo caso l’impatto ambientale; dall’altro le tecniche da affinare e i problemi che nascono di fronte alle cose nuove.
Il primo problema che nasce di fronte alla proposta dell’elettrico è sicuramente l’autonomia della batteria al quale segue la necessità di ricarica.
Alla durata della batteria e alla necessità di ricarica si accosta il problema delle torrette adibite a tale ruolo. La rete di ricarica ad oggi non è così fitta da sostenere le esigenze delle macchine elettriche presenti su strada. Sono ancora troppo poche.
Le officine certificate
Abbiamo affrontato le problematiche imminenti che questo cambiamento verso l’elettrico porta con sé. Ma solo le auto cambieranno?
Assolutamente no.
Di questo cambiamento vengono rese partecipi anche le officine certificate le quali dovranno avere a che fare con modelli quattro ruote molto diversi rispetto a quelli che ci sono sempre stati.
A tal proposito anche noi dell’autofficina Di Santo Paolo ci stiamo muovendo verso il cambiamento.
Come?
Attraverso corsi di aggiornamento per poter lavorare sulle elettriche. Corsi di pes pav pei a cui segue l’acquisto di attrezzature per lavorare con le macchine elettriche.
Ma cosa si intende esattamente con PES PAV PEI e quali sono le loro funzioni? Lo scopriamo insieme ad Alessia Gruzza, tra i docenti FORMart specializzati nei corsi PES PAV PEI e impiantistica. «Con PES PAV PEI si intendono tre diverse categorie: le persone esperte (PES), le persone avvertite (PAV) e le persone idonee (PEI). Questi tre ruoli possono essere ricoperte da persone riconosciute dal datore di lavoro come idonee per svolgere lavori su parti in tensione o momentaneamente fuori tensione».
I cambiamenti
Bisogna lavorare diversamente con le auto elettriche, con dei guanti speciali. Circoscrivere le aree perché sono molto più pericolose delle auto normali. Quindi usare strumenti di sicurezza più adeguati.
Sarà necessario per il futuro cambiare a livello strutturale il luogo di lavoro, sia per la sicurezza dei dipendenti che per l’efficienza della struttura stessa.
Intanto noi continuiamo a lavorare, a San Salvo in via Marisa Bellisario, 6 e ad accogliere i nostri clienti sempre con la stessa cura e la stesso impegno.
Ora che sai come fare, approfitta di questo momento e prenota la tua revisione in via bellisario, 6 oppure chiama i numeri:
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